
La riclassificazione d’impresa è una procedura che può colpire da vicino ogni piccolo imprenditore. Quando l’INPS, d’ufficio, rivede l’attività economica dichiarata da un’azienda e cambia la gestione contributiva dei lavoratori (ad esempio da gestione agricola a ordinaria o viceversa), le conseguenze possono essere immediate e concrete, soprattutto sul fronte delle domande di disoccupazione.
Cos’è la riclassificazione d’impresa e perché può interessarti
La riclassificazione d’impresa avviene quando l’INPS rileva che l’attività economica dichiarata dal datore di lavoro non corrisponde a quella effettivamente svolta. In questi casi, l’Istituto modifica d’ufficio la classificazione aziendale, con effetti diretti sull’iscrizione dei lavoratori alle diverse gestioni contributive.
Questo può accadere per errori, omissioni o dichiarazioni inesatte da parte dell’imprenditore. Il risultato? I lavoratori possono essere spostati da una gestione contributiva all’altra, con impatti sulle prestazioni a cui hanno diritto, in primis l’indennità di disoccupazione.
Cosa succede alle domande di disoccupazione dopo la riclassificazione
La notizia importante è che, secondo il messaggio INPS del 1° agosto 2025 n. 2425, se la riclassificazione avviene dopo la presentazione di una domanda di disoccupazione (ad esempio NASpI o disoccupazione agricola) e il lavoratore non può più presentare una nuova domanda per scadenza dei termini, le somme già percepite restano acquisite. In pratica, se il lavoratore non ha potuto agire per tempo a causa della riclassificazione, non dovrà restituire l’indennità ricevuta.
Se invece, alla data di notifica della riclassificazione, i termini per presentare la domanda di disoccupazione per la nuova gestione sono ancora aperti, valgono le regole già chiarite dalla circolare INPS n. 56 del 23 aprile 2020: il lavoratore dovrà presentare una nuova domanda per la gestione corretta.
Implicazioni pratiche per i piccoli imprenditori
- Controlla sempre che la tua dichiarazione di attività economica sia aggiornata e corretta.
- Se ricevi una comunicazione di riclassificazione, verifica subito se coinvolge lavoratori che hanno presentato domande di disoccupazione.
- Informa tempestivamente i tuoi dipendenti: la trasparenza evita contenziosi e incomprensioni.
- Ricorda che, in caso di riclassificazione, le somme già percepite dai lavoratori a titolo di disoccupazione non vanno restituite se non è più possibile presentare una nuova domanda.
- Se i termini sono ancora aperti, aiuta i lavoratori a presentare la domanda corretta per la nuova gestione contributiva.
FAQ – Domande frequenti sulla riclassificazione e la disoccupazione
- Cosa succede se l’INPS riclassifica la mia azienda?
- L’INPS può cambiare la gestione contributiva dei tuoi lavoratori. Questo può influire sulle prestazioni a cui hanno diritto, come la disoccupazione.
- I miei dipendenti devono restituire l’indennità di disoccupazione già ricevuta?
- No, se la riclassificazione avviene dopo la scadenza dei termini per presentare una nuova domanda, le somme restano acquisite.
- Devo avvisare i lavoratori?
- Sì, è buona prassi informare subito i dipendenti e aiutarli a capire cosa cambia per loro.
- La riclassificazione può essere contestata?
- Sì, ma è fondamentale agire rapidamente e con il supporto di un consulente esperto.
Conclusioni
La riclassificazione d’impresa non è solo una questione di codici e moduli: può avere impatti reali sulla vita dei tuoi lavoratori e sulla serenità della tua azienda. Tieni sempre sotto controllo la correttezza delle tue dichiarazioni e, in caso di dubbi, scegli alleati che sappiano difendere i tuoi interessi. La chiarezza è il primo scudo di chi fa impresa.