
Autocertificazione permessi legge 104: è la dichiarazione che il lavoratore presenta all’azienda per attestare il diritto a fruire dei permessi retribuiti previsti dall’art. 33 della legge 104/1992, senza dover ogni volta produrre la documentazione completa. Si tratta di uno strumento fondamentale per semplificare la gestione dei permessi legati all’assistenza di familiari con disabilità grave.
In pratica, l’autocertificazione consente al dipendente di comunicare rapidamente all’azienda la volontà di usufruire dei permessi 104, assumendosi la responsabilità della veridicità delle informazioni dichiarate. Il datore di lavoro può richiedere controlli a campione e, in caso di dichiarazioni false, sono previste sanzioni penali e disciplinari.
Cos’è l’autocertificazione dei permessi legge 104
L’autocertificazione è una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, regolata dal DPR 445/2000, che permette al lavoratore di attestare, sotto la propria responsabilità, il possesso dei requisiti per richiedere i permessi retribuiti ex legge 104. Può essere richiesta sia per la fruizione di nuovi permessi sia per confermare la continuità del diritto in caso di situazioni già riconosciute.
A cosa serve e quando si usa
L’autocertificazione serve a snellire le procedure amministrative tra dipendente e azienda, evitando la produzione ripetuta di certificati INPS o documenti sanitari già in possesso dell’ente. Viene utilizzata soprattutto per:
- Richiedere i permessi mensili (3 giorni o frazionati in ore) previsti dalla legge 104/92
- Comunicare variazioni nella situazione familiare o lavorativa che incidono sul diritto ai permessi
- Attestare la permanenza dei requisiti già riconosciuti
Come funziona: procedura e obblighi
Il lavoratore compila un modulo di autocertificazione, indicando i dati personali, la relazione con il familiare assistito, la tipologia di permesso richiesto e la dichiarazione di responsabilità. L’azienda può accettare la richiesta, effettuare controlli a campione o richiedere documentazione integrativa in caso di dubbi. L’autocertificazione non sostituisce la domanda INPS per il riconoscimento del diritto, ma semplifica la comunicazione interna tra dipendente e datore di lavoro.
Esempio pratico di autocertificazione
Mario Rossi, dipendente di una PMI, deve assistere la madre con disabilità grave. Dopo aver ottenuto il riconoscimento INPS, ogni mese presenta all’azienda un modulo di autocertificazione per richiedere i giorni di permesso, senza dover allegare nuovamente tutta la documentazione sanitaria.
Autocertificazione e privacy
I dati dichiarati sono sensibili e devono essere trattati nel rispetto del GDPR. L’azienda deve garantire la riservatezza delle informazioni e limitarne l’accesso solo a chi ne ha stretta necessità per motivi di servizio.
Rischi e sanzioni
Dichiarare il falso in autocertificazione è reato penale (art. 76 DPR 445/2000). Il datore di lavoro può procedere con sanzioni disciplinari e licenziamento in caso di abusi. L’INPS effettua controlli incrociati e può revocare i permessi se emergono irregolarità.
FAQ – Domande frequenti
- Serve sempre l’autocertificazione? Non è obbligatoria per legge, ma molte aziende la richiedono per semplificare la gestione interna.
- Va presentata ogni mese? Dipende dal regolamento aziendale: spesso è richiesta per ogni richiesta di permesso.
- Quali documenti allegare? Solo se richiesto dall’azienda, in caso di variazioni o controlli.
- Si può negare il permesso? Solo in caso di mancanza dei requisiti o dichiarazioni false.
Storia e aggiornamenti normativi
L’autocertificazione è stata introdotta per ridurre la mole di documentazione cartacea tra cittadini e pubblica amministrazione. Dal 2020, molte aziende hanno adottato procedure semplificate anche per la gestione dei permessi legge 104, soprattutto in seguito all’emergenza sanitaria e alla digitalizzazione dei processi HR.
Differenze con altri strumenti simili
L’autocertificazione non sostituisce la domanda INPS, che resta obbligatoria per il riconoscimento del diritto ai permessi. Rispetto alla semplice richiesta verbale, l’autocertificazione è più tutelante per entrambe le parti e riduce il rischio di contestazioni.