
Fringe benefit significa letteralmente “beneficio accessorio” e indica tutti quei vantaggi non monetari che un’azienda può offrire ai propri dipendenti oltre allo stipendio. In Italia, i fringe benefit sono regolati dalla normativa fiscale e previdenziale e rappresentano uno strumento strategico per attrarre, motivare e trattenere talenti, se gestiti correttamente.
In pratica, i fringe benefit sono beni o servizi che il datore di lavoro concede al lavoratore: auto aziendale ad uso promiscuo, buoni pasto, polizze assicurative, alloggi, smartphone, abbonamenti a mezzi pubblici, e molto altro. Questi vantaggi, se rientrano nei limiti di legge, possono essere totalmente o parzialmente esenti da tassazione e contribuzione.
Come funzionano i fringe benefit
Il funzionamento dei fringe benefit è regolato dall’articolo 51 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), che stabilisce quali beni e servizi possono essere concessi e quali sono i limiti di esenzione fiscale. Ogni anno la legge di bilancio può modificare i tetti di esenzione: per esempio, nel 2024 il limite ordinario è di 258,23 euro annui per lavoratore, ma con alcune deroghe temporanee (ad esempio per chi ha figli a carico) il limite può salire fino a 3.000 euro.
Se il valore dei fringe benefit supera il limite previsto, l’intero valore diventa imponibile e viene tassato come reddito da lavoro dipendente. È fondamentale quindi monitorare attentamente i valori erogati nel corso dell’anno.
Tipologie di fringe benefit più comuni
- Auto aziendale ad uso promiscuo
- Buoni pasto e buoni acquisto
- Polizze assicurative (vita, infortuni, sanitaria)
- Alloggio aziendale
- Smartphone e computer aziendali
- Abbonamenti a mezzi pubblici
- Rimborso spese per utenze domestiche (in alcune annualità straordinarie)
- Convenzioni per palestre, asili nido, istruzione
Perché scegliere i fringe benefit?
I fringe benefit sono una leva potente per la gestione del personale: aumentano la soddisfazione dei dipendenti, riducono il turnover e possono ottimizzare il costo del lavoro, grazie alle agevolazioni fiscali previste. Inoltre, offrono flessibilità: ogni azienda può costruire un piano benefit su misura, rispondendo ai reali bisogni dei propri collaboratori.
Esempi pratici
Un’azienda con 10 dipendenti può decidere di erogare buoni spesa da 250 euro a ciascun lavoratore: se il valore non supera il limite annuo, nessuna tassazione aggiuntiva. Se invece offre un’auto aziendale ad uso promiscuo, il valore da tassare si calcola secondo specifiche tabelle ACI, considerando il tipo di veicolo e i chilometri forfettari.
Fringe benefit e welfare aziendale: differenze
Non confondere fringe benefit e welfare aziendale: il welfare comprende un insieme di servizi destinati al benessere complessivo del lavoratore e della sua famiglia (es. rimborsi per istruzione, assistenza, salute), mentre i fringe benefit sono beni o servizi con un valore economico diretto riconosciuto al dipendente.
FAQ sui fringe benefit
- Devo inserire i fringe benefit in busta paga? Sì, vanno sempre indicati nella busta paga e nel CUD/Certificazione Unica.
- Posso scegliere quali benefit offrire? Sì, il datore di lavoro può scegliere liberamente, rispettando i limiti di legge.
- I fringe benefit sono obbligatori? No, sono facoltativi salvo specifiche previsioni contrattuali o accordi aziendali.
- Come si tassano i fringe benefit? Se superano la soglia prevista, l’intero valore è soggetto a tassazione e contribuzione.
- Quali sono le ultime novità? Negli ultimi anni, le soglie di esenzione sono state più volte innalzate in via straordinaria per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori, specie in presenza di figli a carico. Si consiglia di verificare ogni anno la normativa vigente (fonte: Agenzia delle Entrate).
Storia e normativa dei fringe benefit
I fringe benefit esistono da decenni, ma la loro regolamentazione si è evoluta molto negli ultimi vent’anni, soprattutto per armonizzare il trattamento fiscale e previdenziale e contrastare abusi. La legge italiana si è adattata anche alle direttive europee, favorendo strumenti flessibili e sostenibili per la retribuzione accessoria.
Gestione pratica e consigli utili
Per gestire correttamente i fringe benefit è fondamentale:
- Monitorare i valori erogati annualmente
- Informare i lavoratori sulle modalità di fruizione
- Verificare la conformità alle soglie e alle normative vigenti
- Documentare ogni benefit con apposita modulistica
- Confrontarsi periodicamente con il consulente del lavoro per eventuali aggiornamenti normativi
Un errore di calcolo o una gestione superficiale può comportare sanzioni o costi imprevisti. Meglio giocare d’anticipo e mettere al sicuro azienda e lavoratori.