Adi e carichi di cura: cosa cambia per le aziende con dipendenti

adi e carichi di cura: cosa cambia per le aziende con dipendenti

L’Assegno di Inclusione (ADI) è una misura di sostegno economico rivolta a famiglie in difficoltà, ma le recenti novità sull’attribuzione d’ufficio dei carichi di cura possono avere impatti anche per chi gestisce un’azienda con dipendenti. Vediamo cosa cambia, chi riguarda e perché è importante restare aggiornati.

Che cos’è l’attribuzione d’ufficio dei carichi di cura nell’ADI

Per i nuclei familiari che beneficiano dell’Assegno di Inclusione, la normativa prevede che, in presenza di figli minori di tre anni, tre o più figli minorenni, oppure componenti con disabilità o non autosufficienza, il cosiddetto “carico di cura” venga attribuito automaticamente a un componente maggiorenne della famiglia, se non è stato indicato in fase di domanda.

L’INPS, quindi, interviene d’ufficio per garantire che il carico di cura sia riconosciuto e non lasciato scoperto da dimenticanze o errori in fase di richiesta.

Qual è la novità introdotta dal messaggio INPS n. 2388 del 29 luglio 2025

La novità riguarda i casi in cui, durante l’istruttoria della domanda ADI, venga rilevata anche una domanda di Supporto Formazione Lavoro (SFL) attiva per un componente maggiorenne del nucleo. In questa situazione, l’INPS non attribuisce automaticamente il carico di cura a quel soggetto, perché il SFL può essere economicamente più vantaggioso per la persona interessata.

Il beneficiario del SFL può comunque rinunciare a questa misura se lo desidera, ma la scelta deve essere consapevole e comunicata tempestivamente.

Perché questa notizia interessa i piccoli imprenditori?

Se gestisci un’azienda con dipendenti che potrebbero essere beneficiari di ADI o SFL, è fondamentale conoscere queste regole. Cambiamenti nei carichi di cura o nella situazione lavorativa dei dipendenti possono avere effetti su:

  • Gestione delle assenze per motivi familiari
  • Comunicazioni obbligatorie e variazioni contrattuali
  • Possibili richieste di part-time o flessibilità
  • Eventuali impatti sul calcolo delle detrazioni e sugli adempimenti contributivi

Domande frequenti dei datori di lavoro

1. Se un dipendente riceve l’ADI, devo fare qualcosa in azienda?

No, non hai obblighi diretti. Tuttavia, se il dipendente comunica variazioni di carico di cura o richiede modifiche contrattuali, è importante gestire tempestivamente le richieste e aggiornare le comunicazioni agli enti competenti.

2. Cosa succede se il dipendente passa dal SFL all’ADI?

Potrebbero cambiare le sue esigenze di flessibilità lavorativa o le richieste di permessi. Tieni aperto il dialogo e verifica se sono necessarie variazioni contrattuali o aggiornamenti delle comunicazioni obbligatorie.

3. Devo segnalare qualcosa all’INPS?

Solo se ci sono variazioni nella posizione lavorativa del dipendente che incidono sulla misura percepita (ad esempio, assunzione, cessazione, variazione orario). L’INPS gestisce in autonomia le attribuzioni d’ufficio, ma tu sei responsabile delle comunicazioni relative al rapporto di lavoro.

Gestione delle domande riesaminate e sospese

Il messaggio INPS chiarisce anche che, in caso di domande ADI riesaminate a seguito dell’attribuzione d’ufficio dei carichi di cura e sospese per mancata comunicazione della variazione occupazionale, è necessario che il beneficiario o il datore di lavoro forniscano tempestivamente le informazioni mancanti per sbloccare la pratica.

Conclusioni

Le regole su ADI e carichi di cura non riguardano solo le famiglie, ma anche chi fa impresa. Restare aggiornati significa evitare errori, perdite di tempo e complicazioni. Conoscere le novità ti permette di proteggere la tua azienda e i tuoi collaboratori, mantenendo il controllo su ogni aspetto della gestione del personale.