
L’assegno unico e universale (AUU) è una misura che interessa milioni di famiglie italiane e, indirettamente, coinvolge anche chi fa impresa. Nel 2025, nei primi sei mesi, sono stati erogati alle famiglie assegni per 9,8 miliardi di euro. Questi numeri si aggiungono ai 19,9 miliardi del 2024, ai 18,2 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi del 2022. Sono dati ufficiali dell’Osservatorio Statistico sull’Assegno unico universale, aggiornati a giugno 2025.
Cos’è l’assegno unico e universale
L’assegno unico è un contributo economico mensile che lo Stato riconosce alle famiglie con figli a carico. La misura è universale: spetta a tutti i nuclei familiari, indipendentemente dalla situazione lavorativa dei genitori. L’importo varia in base all’ISEE e al numero di figli.
Importi e beneficiari nel 2025
Nel 2025, 6.143.240 nuclei familiari hanno ricevuto l’assegno unico, per un totale di 9.712.805 figli. L’importo medio per figlio a giugno 2025, comprensivo delle maggiorazioni, è di 170 euro. Si va da circa 57 euro per chi non presenta ISEE o supera la soglia massima (45.939,56 euro), fino a 224 euro per la classe di ISEE minima (17.227,33 euro).
Perché interessa le aziende e i piccoli imprenditori
Molti imprenditori sono anche genitori. Ma soprattutto, ogni datore di lavoro ha a che fare con dipendenti che possono essere beneficiari dell’assegno unico. Capire come funziona questa misura aiuta a rispondere alle domande del personale, a gestire correttamente le richieste di documentazione e a evitare errori in busta paga, specie in caso di importazione dei dati relativi all’assegno familiare.
Come funziona l’erogazione
L’assegno viene erogato direttamente dall’INPS sul conto corrente dei beneficiari, senza passare dal datore di lavoro. Tuttavia, il datore di lavoro può essere coinvolto nella gestione delle presenze, delle detrazioni e dell’importazione dei dati relativi agli assegni familiari, specialmente in fase di elaborazione del modello 730 o nella predisposizione delle CU.
Domande frequenti (FAQ) per datori di lavoro
- Il datore di lavoro deve anticipare l’assegno unico?
- No. L’assegno unico viene pagato direttamente dall’INPS.
- Devo inserire l’assegno unico in busta paga?
- No. L’assegno unico non transita più in busta paga come avveniva per gli assegni familiari tradizionali.
- Come cambia la gestione dei familiari a carico?
- La presenza di figli a carico va sempre dichiarata ai fini delle detrazioni, ma l’assegno unico segue una strada separata rispetto alle detrazioni IRPEF.
- Serve un aggiornamento del software paghe?
- Sì, è importante che il gestionale sia aggiornato per importare correttamente i dati e gestire le CU e i modelli 730.
- Ci sono impatti sulle assunzioni?
- No, l’assegno unico non incide sulle procedure di assunzione o cessazione, ma può essere rilevante in fase di colloquio per rispondere a domande dei candidati.
Consigli pratici per imprenditori e datori di lavoro
- Verifica che il gestionale paghe sia aggiornato alle ultime normative sull’assegno unico.
- Forma il personale amministrativo per rispondere alle domande dei dipendenti sull’assegno unico.
- Informa i dipendenti sulle modalità di richiesta e sulle tempistiche di erogazione dell’assegno unico.
- Presta attenzione alle comunicazioni INPS e alle scadenze relative ai modelli CU e 730.
Conclusioni
L’assegno unico e universale è ormai una realtà consolidata per milioni di famiglie italiane. Anche se non passa più dalle buste paga, ogni imprenditore deve sapere come funziona per gestire al meglio il rapporto con i propri collaboratori. Meno sorprese, più chiarezza: questa è la strada giusta per chi guida un’azienda oggi.
Fonti
Dati Osservatorio Statistico sull’Assegno unico universale, INPS.