
Autorizzazione all’installazione di impianti audiovisivi: che cos’è? È il permesso obbligatorio che ogni datore di lavoro deve ottenere prima di installare telecamere o altri strumenti di controllo a distanza nei luoghi di lavoro. Senza questa autorizzazione, l’installazione è illegale e può portare a pesanti sanzioni amministrative e penali.
L’autorizzazione è richiesta dall’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 300/1970), che tutela la privacy e la dignità dei lavoratori. L’obiettivo è chiaro: impedire un controllo indiscriminato e non dichiarato sull’attività dei dipendenti. L’azienda può installare impianti audiovisivi solo per esigenze organizzative, produttive, di sicurezza del lavoro o di tutela del patrimonio, e sempre dopo aver ottenuto il via libera dagli enti competenti.
Come funziona l’autorizzazione
Il datore di lavoro deve prima tentare un accordo con le rappresentanze sindacali aziendali (RSA/RSU). Se non c’è accordo, può presentare domanda all’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL), allegando un progetto dettagliato sull’impianto, le finalità e le modalità di utilizzo. L’autorizzazione può essere concessa solo se le finalità sono lecite e i lavoratori sono adeguatamente informati.
Impianti audiovisivi e privacy: cosa prevede la legge
Oltre allo Statuto dei Lavoratori, interviene il Regolamento Europeo GDPR (2016/679), che impone l’obbligo di informativa chiara ai lavoratori e la minimizzazione dei dati raccolti. Le immagini non possono essere usate per fini diversi da quelli dichiarati e devono essere conservate solo per il tempo strettamente necessario.
Esempi pratici
- Telecamere in magazzino per prevenire furti: autorizzazione obbligatoria.
- Videosorveglianza in ufficio per controllare la produttività: vietato, salvo esigenze particolari e con autorizzazione.
- Controllo accessi con badge elettronico: possibile, ma serve informativa e, in certi casi, autorizzazione.
Differenze con altri strumenti di controllo
Non tutti gli strumenti di controllo richiedono autorizzazione. Per esempio, il semplice badge per l’ingresso non è considerato impianto audiovisivo, ma se registra dati dettagliati sugli spostamenti, può essere soggetto alle stesse regole. I sistemi GPS su veicoli aziendali, se usati per monitorare i dipendenti, necessitano anch’essi di autorizzazione.
Domande frequenti
- Serve sempre l’autorizzazione? Sì, ogni volta che si installano strumenti che possono controllare a distanza l’attività dei lavoratori.
- Quanto dura l’autorizzazione? Non ha scadenza, ma ogni modifica all’impianto richiede una nuova richiesta.
- Quali sanzioni si rischiano? Sanzioni amministrative fino a 1.549 euro per ogni lavoratore coinvolto e, nei casi più gravi, anche penali.
- È sufficiente informare i dipendenti? No. L’informativa è obbligatoria, ma non sostituisce l’autorizzazione.
Storia e novità recenti
La disciplina nasce negli anni ’70 per tutelare la dignità dei lavoratori. Negli ultimi anni, con la diffusione di telecamere e tecnologie smart, l’Ispettorato del Lavoro ha intensificato i controlli. Dal 2022 sono aumentate le sanzioni per le aziende che installano impianti senza autorizzazione. Il GDPR ha rafforzato la tutela dei dati personali, imponendo obblighi più stringenti su informativa, conservazione e accesso alle immagini.