Certificato di agibilità lavorativa: definizione, obblighi e gestione

Certificato di agibilità lavorativa: definizione, obblighi e gestione

Il certificato di agibilità lavorativa è il documento che attesta l’idoneità di un lavoratore a svolgere una specifica mansione, dopo aver superato una visita medica obbligatoria. In Italia, questo certificato è fondamentale per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, ed è richiesto per legge in diversi settori, soprattutto dove sono presenti rischi specifici.

Cos’è il certificato di agibilità lavorativa

Il certificato di agibilità lavorativa, chiamato anche certificato di idoneità al lavoro, è rilasciato dal medico competente dopo la visita medica preventiva o periodica. Serve a garantire che il lavoratore sia fisicamente e psicologicamente idoneo a svolgere le mansioni assegnate, in base ai rischi presenti nell’ambiente di lavoro.

A cosa serve il certificato di agibilità lavorativa

Il suo scopo è duplice: proteggere la salute del lavoratore e tutelare il datore di lavoro da responsabilità civili e penali. Senza questo documento, l’azienda non può far lavorare il dipendente nelle mansioni a rischio. L’agibilità lavorativa è quindi un requisito imprescindibile per l’accesso al posto di lavoro in molti settori, tra cui edilizia, industria, sanità, trasporti e alimentare.

Come funziona e chi lo rilascia

Il certificato viene rilasciato dal medico competente nominato dall’azienda, dopo una visita medica che valuta la compatibilità tra le condizioni di salute del lavoratore e le attività da svolgere. Il medico può rilasciare tre tipi di giudizio: idoneità, idoneità con prescrizioni/limitazioni, inidoneità. Il certificato va conservato in azienda e presentato in caso di ispezioni.

Quando è obbligatorio

Il certificato di agibilità lavorativa è obbligatorio in tutti i casi previsti dal D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza), soprattutto per i lavoratori esposti a rischi particolari (es. agenti chimici, movimentazione carichi, videoterminali, rumore, lavori in quota). È richiesto sia all’assunzione (visita preventiva) sia periodicamente, secondo la valutazione dei rischi aziendale.

Esempi pratici

  • Un operaio edile deve presentare il certificato prima di accedere al cantiere.
  • Un addetto alla movimentazione merci viene sottoposto a visita medica annuale e riceve il certificato di idoneità.
  • Un lavoratore giudicato inidoneo non può essere adibito a quella mansione, pena sanzioni per l’azienda.

Differenze con altri certificati

Non va confuso con il certificato di malattia (che attesta l’impossibilità a lavorare) o con il certificato di idoneità sportiva (che riguarda l’attività non lavorativa). Il certificato di agibilità lavorativa è strettamente legato alla valutazione dei rischi e alle mansioni svolte in azienda.

Domande frequenti

  • Quanto dura il certificato? La durata dipende dalla periodicità stabilita dal medico competente, di solito 1 o 2 anni.
  • Chi paga la visita? Sempre il datore di lavoro.
  • Cosa succede se manca? L’azienda rischia sanzioni e responsabilità penali in caso di infortuni.
  • Serve anche per i lavoratori autonomi? Solo in alcuni casi specifici previsti dalla legge.

Storia e ultimi aggiornamenti

Il certificato di agibilità lavorativa nasce con la normativa sulla sicurezza negli anni ’90, ma trova il suo riferimento principale nel D.Lgs. 81/2008. Negli ultimi anni, l’attenzione si è concentrata sull’aggiornamento delle procedure e sull’obbligo di conservazione digitale dei certificati. L’INAIL e il Ministero della Salute hanno pubblicato linee guida per la gestione informatizzata e la tutela della privacy dei dati sanitari.

Fonti e approfondimenti