
Il collocamento obbligatorio è l’insieme delle regole che impongono alle aziende italiane di assumere, in una certa percentuale, persone appartenenti alle cosiddette categorie protette (come disabili, orfani e vedove di guerra, invalidi civili). L’obiettivo è favorire l’inclusione lavorativa di chi, per ragioni fisiche o sociali, rischia di restare escluso dal mercato del lavoro. In pratica, il collocamento obbligatorio è una responsabilità precisa: non si tratta di una scelta, ma di un obbligo di legge che ogni datore di lavoro deve conoscere e rispettare.
Il collocamento obbligatorio riguarda tutte le aziende pubbliche e private che hanno almeno 15 dipendenti. La normativa di riferimento è la Legge 68/1999, che stabilisce le quote minime di assunzione e le modalità di inserimento delle persone appartenenti alle categorie protette. Le aziende che non rispettano questi obblighi rischiano sanzioni amministrative pesanti e controlli ispettivi.
Cos’è il collocamento obbligatorio e a chi si applica
Il collocamento obbligatorio è un sistema di quote di riserva che obbliga le aziende a inserire lavoratori appartenenti a categorie protette. Le principali categorie sono:
- Persone con disabilità (invalidi civili con percentuale di invalidità superiore al 45%)
- Orfani e vedove di guerra, servizio e lavoro
- Profughi, vittime del terrorismo e della criminalità organizzata
- Soggetti equiparati dalla legge
Le quote di riserva sono calcolate in base al numero di dipendenti dell’azienda:
- Da 15 a 35 dipendenti: almeno 1 lavoratore appartenente alle categorie protette
- Da 36 a 50 dipendenti: almeno 2 lavoratori
- Oltre 50 dipendenti: almeno il 7% dei lavoratori
Come funziona il collocamento obbligatorio
Le aziende devono inviare ogni anno il prospetto informativo disabili (entro il 31 gennaio) agli uffici competenti, indicando la situazione occupazionale e il rispetto delle quote. L’inserimento può avvenire tramite chiamata nominativa o numerica, con il supporto dei servizi per l’impiego. Sono previste alcune deroghe (ad esempio, per aziende in crisi o con particolari attività) e possibilità di convenzioni per inserimenti graduali.
Adempimenti e sanzioni
Il datore di lavoro deve:
- Comunicare annualmente la situazione occupazionale
- Assumere il numero previsto di lavoratori appartenenti alle categorie protette
- Garantire condizioni di lavoro adeguate e accessibili
- Richiedere eventuali esoneri o sospensioni solo nei casi previsti dalla legge
Le sanzioni per mancato rispetto vanno da 153,20 a 30.000 euro per ogni giorno di ritardo nell’assunzione obbligatoria (fonte INPS).
Esempi pratici e differenze con altri strumenti
Un’azienda con 20 dipendenti deve assumere almeno una persona appartenente alle categorie protette. Se non lo fa, rischia sanzioni e ispezioni. Il collocamento obbligatorio si differenzia dal collocamento mirato, che è il percorso personalizzato di inserimento lavorativo per disabili, e dalla quota di riserva, che è il numero minimo di assunzioni obbligatorie.
FAQ sul collocamento obbligatorio
- Quando scatta l’obbligo? Al raggiungimento dei 15 dipendenti a tempo indeterminato.
- Quali lavoratori si contano? Tutti i dipendenti a tempo indeterminato, inclusi apprendisti e part-time.
- Si può chiedere esonero? Solo in casi particolari e previa autorizzazione.
- Quali documenti servono? Prospetto informativo, comunicazioni di assunzione, eventuali convenzioni.
Storia e novità recenti
Il collocamento obbligatorio nasce nel dopoguerra per tutelare i reduci e le persone con disabilità. La Legge 68/1999 ha modernizzato il sistema, puntando su percorsi personalizzati e incentivi per le aziende. Negli ultimi anni, le ispezioni sono aumentate e sono stati introdotti nuovi strumenti digitali per la gestione degli adempimenti (come il prospetto informativo online). Dal 2018, l’obbligo scatta automaticamente al raggiungimento dei 15 dipendenti, senza più bisogno di nuove assunzioni.