La Corte Costituzionale ha rivoluzionato il quadro del congedo di paternità obbligatorio. Con una recente sentenza, il diritto al congedo viene esteso anche alle lavoratrici, genitori intenzionali, in una coppia di donne registrate come genitori nei registri dello stato civile. Questa novità riguarda direttamente chi gestisce personale e si trova a dover interpretare e applicare la normativa sul lavoro.
Cos'è successo: la decisione della Corte Costituzionale
L'articolo 27-bis del Testo Unico sulla maternità e paternità è stato dichiarato incostituzionale nella parte in cui escludeva il diritto al congedo di paternità obbligatorio per la lavoratrice, genitore intenzionale, in una coppia di donne riconosciute come genitori. La pronuncia estende i suoi effetti a tutti i rapporti di lavoro non ancora conclusi o definiti entro il 24 luglio 2025, data di cessazione degli effetti della norma.
Cosa significa per le aziende con dipendenti
Se hai dipendenti e tra questi ci sono lavoratrici che rientrano nella casistica appena descritta, devi sapere che:
- Le domande di congedo di paternità obbligatorio presentate da queste lavoratrici, per periodi precedenti al 24 luglio 2025, devono essere riesaminate dall'INPS, su richiesta della lavoratrice e nel rispetto dei termini di prescrizione.
- Non saranno considerate indebite le fruizioni di congedo già avvenute, se rispettavano la normativa.
- Le aziende dovranno aggiornare le procedure interne per gestire correttamente queste richieste.
Impatto pratico per i piccoli imprenditori
Per chi gestisce una piccola impresa, questa sentenza significa dover prestare attenzione a nuove tipologie di richieste di congedo. Non si tratta solo di aggiornare la modulistica: serve conoscere i diritti dei propri dipendenti e tutelare l'azienda da errori formali o ritardi che possono costare caro.
FAQ: domande frequenti dei datori di lavoro
- Chi può richiedere ora il congedo di paternità obbligatorio?
- Oltre ai padri lavoratori, anche la lavoratrice, genitore intenzionale, in una coppia di donne registrate come genitori nei registri dello stato civile.
- Le richieste retroattive sono possibili?
- Sì, per periodi precedenti al 24 luglio 2025, ma solo su istanza della lavoratrice e nel rispetto dei termini di prescrizione.
- Cosa deve fare l’azienda se riceve una richiesta?
- Gestire la richiesta come per qualsiasi altro congedo di paternità obbligatorio, collaborando con la lavoratrice e l’INPS per la corretta gestione amministrativa.
- Ci sono rischi di sanzioni?
- Le fruizioni già avvenute nel rispetto della normativa non sono considerate indebite. Per il futuro, è fondamentale rispettare le nuove regole per evitare contestazioni.
- Serve aggiornare le procedure interne?
- Sì, è opportuno aggiornare le procedure e informare il personale amministrativo e i consulenti che seguono la gestione del personale.
Cosa cambia per il datore di lavoro
Questa sentenza segna un cambio di rotta: il diritto al congedo di paternità obbligatorio non è più legato solo al genere ma al ruolo genitoriale. Per le aziende, significa maggiore inclusività ma anche maggiore attenzione alla corretta gestione amministrativa e documentale.
Come difendersi dalle complicazioni?
Il consiglio è chiaro: tieni sempre aggiornate le procedure, forma chi gestisce le presenze e i congedi, e affidati a chi ti garantisce chiarezza e supporto. Le regole cambiano, ma chi crea lavoro deve essere protetto da errori e sorprese.
Conclusioni
Il congedo di paternità obbligatorio diventa più inclusivo. Per il piccolo imprenditore, questo è un nuovo terreno da conoscere e gestire con attenzione. La chiarezza è la prima difesa: chiari i diritti, chiare le procedure, chiara la protezione per chi lavora e per chi dà lavoro.
