
Il contratto di job sharing è una particolare forma di rapporto di lavoro subordinato in cui due o più lavoratori condividono in modo flessibile lo stesso posto di lavoro e le relative responsabilità, suddividendo orari e mansioni secondo accordi precisi. In Italia, il job sharing è regolato dalla legge e rappresenta una soluzione innovativa per gestire esigenze di flessibilità sia per le aziende che per i dipendenti.
In pratica, il job sharing permette a due persone di coprire insieme un’unica posizione lavorativa, alternandosi o lavorando contemporaneamente, ma sempre garantendo che il lavoro venga svolto senza interruzioni. Per l’azienda, significa poter contare su una maggiore continuità operativa e su risorse più motivate; per i lavoratori, offre la possibilità di conciliare meglio vita privata e lavoro.
Cos’è il contratto di job sharing
Il job sharing, letteralmente “condivisione del lavoro”, è un contratto di lavoro subordinato in cui due lavoratori sono titolari in solido dello stesso rapporto di lavoro, assumendo diritti e doveri in modo condiviso. La legge italiana ha introdotto questa forma contrattuale con l’articolo 41 del D.Lgs. 276/2003 (Legge Biagi), anche se il suo utilizzo resta ancora poco diffuso rispetto ad altri paesi europei.
Come funziona il job sharing
Nel job sharing, i lavoratori concordano con il datore di lavoro la ripartizione dell’orario e delle mansioni. La somma delle ore lavorate da entrambi non deve superare l’orario previsto per un singolo lavoratore a tempo pieno. Se uno dei due è assente, l’altro può coprire le sue ore, garantendo la continuità del servizio. Il contratto deve essere stipulato in forma scritta e contenere dettagli su orari, modalità di sostituzione, retribuzione e gestione delle assenze.
Vantaggi per le aziende
- Maggiore flessibilità nella gestione del personale
- Continuità operativa anche in caso di assenze
- Possibilità di attrarre lavoratori con esigenze di conciliazione vita-lavoro
- Riduzione del rischio di assenteismo
Esempi pratici di job sharing
Due impiegati amministrativi condividono una posizione a tempo pieno: uno lavora dal lunedì al mercoledì, l’altro dal giovedì al venerdì, con possibilità di scambiarsi i turni in caso di necessità. In caso di assenza di uno, l’altro può aumentare temporaneamente il proprio orario, sempre nel rispetto delle regole contrattuali.
Differenze tra job sharing e part-time
Nel part-time, ciascun lavoratore ha un proprio contratto individuale e orario definito; nel job sharing, invece, i lavoratori sono solidalmente responsabili dello stesso posto e possono gestire autonomamente la ripartizione delle ore, salvo approvazione del datore di lavoro. Il job sharing offre quindi una flessibilità superiore e una responsabilità condivisa.
Obblighi e adempimenti per il datore di lavoro
- Stipulare il contratto in forma scritta
- Comunicare l’assunzione e le eventuali variazioni tramite i canali ufficiali (CO, Uniemens, ecc.)
- Garantire il rispetto dei limiti orari e delle normative sulla sicurezza
- Gestire correttamente ferie, permessi, malattia e sostituzioni
Domande frequenti (FAQ)
- Chi può accedere al job sharing?
- Qualsiasi lavoratore subordinato, previo accordo con il datore di lavoro.
- Come si calcola la retribuzione?
- La retribuzione viene suddivisa proporzionalmente alle ore effettivamente lavorate da ciascun lavoratore.
- Cosa succede in caso di assenza prolungata di uno dei due lavoratori?
- L’altro può coprire le ore mancanti, ma se l’assenza diventa definitiva il contratto può essere trasformato o risolto.
- Il job sharing è compatibile con tutti i settori?
- Sì, purché le mansioni siano compatibili con una gestione condivisa.
Storia e novità recenti
Il job sharing nasce nei paesi anglosassoni negli anni ’70 come risposta alle esigenze di conciliazione tra lavoro e famiglia. In Italia, la normativa è stata introdotta nel 2003 ma l’utilizzo è ancora limitato, spesso per scarsa conoscenza dello strumento. Negli ultimi anni, la crescente attenzione alla flessibilità lavorativa e al benessere dei dipendenti sta riportando il job sharing all’attenzione di molte PMI, anche grazie alle nuove tecnologie che facilitano la gestione degli orari e delle presenze.