Indennità sostitutiva del preavviso significa: quando il rapporto di lavoro termina senza il rispetto del periodo di preavviso previsto dal contratto, l’azienda deve corrispondere al lavoratore una somma di denaro a compensazione. È un obbligo previsto dalla legge italiana per tutelare entrambe le parti da interruzioni improvvise del rapporto di lavoro.
Cos'è l'indennità sostitutiva del preavviso
L'indennità sostitutiva del preavviso è una somma che il datore di lavoro deve versare al lavoratore (o viceversa, in caso di dimissioni senza preavviso) quando il rapporto di lavoro viene interrotto immediatamente, senza rispettare il periodo di preavviso stabilito dal contratto collettivo nazionale (CCNL) o dalla legge. In pratica, è un risarcimento economico che copre il mancato preavviso, calcolato sulla base della retribuzione che il dipendente avrebbe percepito se avesse lavorato durante quel periodo.
A cosa serve e quando si applica
Serve a garantire che né il lavoratore né l’azienda subiscano danni economici da una cessazione improvvisa. Si applica sia in caso di licenziamento che di dimissioni, ogni volta che il preavviso non viene rispettato. L’obbligo nasce automaticamente e non può essere evitato con accordi privati che vadano contro la legge o il contratto.
Come funziona e come si calcola
Il calcolo dell’indennità sostitutiva del preavviso si basa sulla retribuzione globale di fatto (comprensiva di paga base, superminimi, indennità fisse, ratei di tredicesima e quattordicesima, ecc.) che il lavoratore avrebbe percepito nel periodo di preavviso. Il periodo di preavviso varia a seconda di anzianità, qualifica e CCNL applicato. L’importo deve essere indicato nel cedolino paga finale e viene tassato come reddito da lavoro dipendente.
- Esempio pratico: Se il preavviso previsto è di 30 giorni e il dipendente guadagna 1.500 euro al mese, l’indennità sarà pari a circa 1.500 euro lordi (più ratei di tredicesima/quattordicesima e altri elementi fissi).
Differenze con altri termini simili
L’indennità sostitutiva del preavviso non va confusa con il trattamento di fine rapporto (TFR) o con altre indennità di cessazione. Il TFR spetta sempre alla fine del rapporto, mentre l’indennità sostitutiva è dovuta solo se il preavviso non viene lavorato. Non è un bonus, ma un obbligo risarcitorio.
Obblighi e rischi per le aziende
Per il datore di lavoro, omettere il pagamento dell’indennità sostitutiva comporta rischi legali e sanzioni, oltre a possibili vertenze sindacali. L’azienda deve documentare il pagamento e includerlo nel LUL (Libro Unico del Lavoro). Il mancato rispetto delle regole può portare a vertenze e richieste di risarcimento.
FAQ
- Chi deve pagare l’indennità sostitutiva? Chi interrompe il rapporto senza preavviso: l’azienda in caso di licenziamento, il lavoratore in caso di dimissioni senza preavviso.
- È obbligatoria? Sì, salvo i casi di giusta causa.
- Si può sostituire con ferie o permessi? No, salvo accordi particolari e solo se previsto dal CCNL.
- È soggetta a contributi? Sì, sia fiscali che previdenziali.
Storia e novità normative
L’obbligo dell’indennità sostitutiva del preavviso è previsto dal Codice Civile italiano (art. 2118 e 2119) e regolato dai contratti collettivi. Negli ultimi anni, la giurisprudenza ha ribadito che il diritto all’indennità è irrinunciabile, salvo in caso di licenziamento per giusta causa. Nessuna riforma recente ha eliminato l’obbligo, ma le modalità di calcolo sono state chiarite da numerose sentenze.
