Massimale contributivo: cos’è, importi e impatto su stipendio

massimale contributivo: cos'è, importi e impatto su stipendio

Il massimale contributivo è il limite massimo di retribuzione su cui vengono calcolati i contributi previdenziali dovuti all’INPS per determinati lavoratori. Superata questa soglia, non si versano ulteriori contributi sulla parte eccedente dello stipendio. Questo istituto riguarda soprattutto chi è stato assunto dal 1° gennaio 1996 senza anzianità contributiva precedente e riguarda ampiamente i rapporti di lavoro subordinato.

Cos’è il massimale contributivo?

Il massimale contributivo (detto anche tetto contributivo) è una soglia stabilita annualmente dall’INPS, in base alla variazione Istat, che limita la parte di retribuzione imponibile ai fini del calcolo dei contributi previdenziali obbligatori. In pratica, per chi rientra in questa categoria, superato il massimale non si paga più INPS sulla parte eccedente. Il massimale per il 2024, ad esempio, è fissato a 119.650 euro annui (fonte INPS).

A cosa serve e a chi si applica

Il massimale contributivo è stato introdotto per garantire un plafond massimo di trattamento contributivo e riguarda:

  • Lavoratori dipendenti privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995
  • Chi aderisce opzionalmente al sistema previdenziale contributivo
  • Lavoratori iscritti a forme di previdenza obbligatoria dal 1° gennaio 1996

Non si applica invece a chi aveva già versamenti previdenziali prima di questa data.

Come funziona il massimale contributivo

Una volta raggiunto il massimale annuale, la parte di retribuzione eccedente non viene considerata ai fini del calcolo della quota pensionistica e non sono dovuti altri contributi. Questo si traduce in uno stipendio netto più alto per la parte eccedente. Nella busta paga, è compito del consulente del lavoro monitorare il raggiungimento del massimale e interrompere i versamenti INPS a quel punto.

Esempio pratico

Un lavoratore assunto nel 2010 percepisce una RAL di 130.000 euro. Poiché il massimale 2024 è 119.650 euro, i contributi INPS ordinari saranno calcolati fino a quella soglia. Sui restanti 10.350 euro, non si applicheranno ulteriori prelievi previdenziali obbligatori.

Differenze con altri limiti contributivi

  • Massimale contributivo: Limite massimo per il calcolo dei contributi INPS e della pensione.
  • Minimale contributivo: Soglia minima di reddito su cui bisogna comunque versare contributi, anche se la retribuzione è inferiore.
  • Tettti fiscalmente rilevanti: Riguardano eventuali benefici fiscali, non direttamente il conteggio dei contributi.

FAQ sul massimale contributivo

Chi deve monitorare il raggiungimento del massimale?

Normalmente è il consulente del lavoro o addetto paghe, con supporto dei software gestionali, a monitorare e bloccare i versamenti una volta raggiunta la soglia. Per i datori di lavoro è importante fornire dati corretti e aggiornati, soprattutto in caso di più rapporti presso aziende diverse.

Il netto in busta aumenta dopo il massimale?

Sì, al superamento del massimale, il netto cresce perché sulla quota eccedente non si applicano più i contributi INPS dovuti per legge.

Cosa succede se cambio lavoro durante l’anno?

Il massimale è annuale e personale, indipendentemente dall’azienda presso cui si lavora. Se un lavoratore ha più rapporti di lavoro o cambi di datore durante l’anno, bisogna sommare tutte le retribuzioni e attivare i necessari conguagli contributivi.

Quali categorie di lavoratori sono escluse?

Tutti i lavoratori con contribuzione ante 1996 e chi è in pensione con sistema retributivo puro non sono soggetti al massimale.

Storia e novità recenti

Introdotto con la Riforma Dini (Legge 335/1995), il massimale contributivo ha lo scopo di armonizzare il sistema previdenziale per chi entra nel mercato del lavoro dopo il 1995. Negli ultimi anni, è variato principalmente in funzione dell’andamento dell’Indice ISTAT. Ogni anno l’INPS aggiorna e pubblica il valore: è importante verificarlo all’inizio del nuovo anno per una corretta pianificazione del costo del personale, specie in presenza di retribuzioni elevate.

Implicazioni pratiche per aziende e imprenditori

Per le aziende, conoscere e applicare correttamente il massimale contributivo è fondamentale nella redazione delle buste paga, specialmente per quadri, dirigenti o lavoratori altamente qualificati che possono superare questa soglia. Un uso corretto di tale limite può influire sia sulla pianificazione dei costi del personale sia sulla gestione delle politiche di welfare aziendale e politiche retributive.

Fonti e approfondimenti