Maternità e paternità per freelance: cosa sapere e come richiederle

maternità e paternità per freelance: cosa sapere e come richiederle

Se sei un imprenditore, gestisci una piccola azienda o collabori con freelance e Co.Co.Co., conoscere i diritti legati a maternità e paternità nella Gestione Separata INPS è fondamentale. Troppi ancora pensano che queste tutele siano riservate solo ai lavoratori dipendenti. Non è così: anche chi lavora in autonomia, con partita IVA o collaborazione, ha diritto a un sostegno economico durante la gravidanza e i primi mesi di vita del bambino, anche in caso di adozione o affidamento.

Chi ha diritto all’indennità di maternità e paternità nella Gestione Separata?

  • Iscritti alla Gestione Separata INPS (freelance, Co.Co.Co., collaboratori occasionali, professionisti senza cassa).
  • Non titolari di pensione.
  • Non coperti da altra assicurazione obbligatoria per la maternità.
  • Almeno un mese di contributi versati nei 12 mesi precedenti l’evento.

Se sei un collaboratore e il committente non ha versato i contributi, l’indennità ti spetta comunque (automaticità delle prestazioni). Se invece sei un libero professionista, la responsabilità dei versamenti è tua.

Durata e modalità della maternità e paternità

La maternità copre normalmente due mesi prima e tre mesi dopo il parto (cinque mesi in totale, più il giorno del parto). In caso di complicanze o rischi per la salute, la ASL o la Direzione territoriale del lavoro possono disporre periodi di interdizione anticipata o prorogata, fino a sette mesi dopo la nascita.

Non sei obbligato ad astenerti dal lavoro: puoi continuare a lavorare e percepire comunque l’indennità. Se il reddito dell’anno precedente è sotto la soglia (8.145 euro, rivalutati a 9.456,53 euro per il 2025), puoi chiedere tre mesi extra di indennità dopo il periodo standard.

Per la paternità: il diritto scatta se la madre non può usufruirne (morte, grave infermità, abbandono, affidamento esclusivo al padre). La durata corrisponde al periodo non usato dalla madre, oppure tre mesi dal parto se la madre non lavora. Anche qui, se il reddito è sotto soglia, spettano tre mesi extra.

Come si calcola l’indennità e come si richiede

L’indennità corrisponde all’80% di 1/365 del reddito utile ai fini contributivi. L’INPS paga direttamente tramite bonifico. Il diritto si perde dopo un anno dalla fine del periodo indennizzabile, quindi attenzione alle scadenze.

La domanda si presenta online sul sito INPS (SPID, CIE, CNS). Serve il certificato medico di gravidanza (inviato dal medico online) e la comunicazione della nascita entro 30 giorni dal parto.

FAQ imprenditori e datori di lavoro

Un freelance può lavorare durante la maternità?
Sì, non c’è obbligo di astensione. Può continuare a lavorare e percepire l’indennità.
Cosa succede se il committente non versa i contributi?
L’indennità spetta comunque al collaboratore. Per i liberi professionisti, invece, la responsabilità è personale.
Come si presenta la domanda?
Online sul sito INPS, con SPID/CIE/CNS. Occorre allegare il certificato medico e comunicare la nascita entro 30 giorni.
La maternità/paternità vale anche per adozione o affidamento?
Sì, con le stesse modalità.
Quali sono le soglie di reddito per i tre mesi aggiuntivi?
8.145 euro (9.456,53 euro per il 2025).

Perché è importante per imprenditori e piccoli datori di lavoro?

Conoscere questi diritti significa poter offrire informazioni chiare ai collaboratori, evitare errori nella gestione dei rapporti e prevenire contenziosi. La chiarezza è un diritto di chi fa impresa: proteggi chi lavora con te, difendi la tua azienda dalle incertezze.