Scatto di anzianità: come funziona e perché è importante per le aziende

Scatto di anzianità: come funziona e perché è importante per le aziende

Lo scatto di anzianità è un aumento periodico della retribuzione riconosciuto ai lavoratori dipendenti in base agli anni di servizio maturati presso la stessa azienda. Si tratta di un diritto previsto dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) e rappresenta uno degli strumenti principali per valorizzare la fedeltà e l’esperienza del personale.

In pratica, ogni lavoratore subordinato che resta in azienda per un certo periodo (di solito ogni 2 o 3 anni, a seconda del contratto applicato) ha diritto a un incremento automatico dello stipendio, chiamato appunto “scatto di anzianità”. Questa voce viene indicata in busta paga e contribuisce a determinare la retribuzione lorda complessiva.

Cos’è lo scatto di anzianità

Lo scatto di anzianità è un meccanismo di riconoscimento economico basato sull’anzianità di servizio. Non è una scelta discrezionale del datore di lavoro, ma un obbligo previsto dai CCNL di categoria. Ogni contratto collettivo stabilisce:

  • il numero di scatti previsti,
  • la periodicità (ogni quanti anni maturano),
  • l’importo di ciascun scatto,
  • eventuali limiti massimi.

Gli scatti si sommano progressivamente e sono cumulabili, salvo diversa previsione contrattuale.

A cosa serve lo scatto di anzianità

Serve a premiare la continuità lavorativa, incentivare la permanenza in azienda e riconoscere il valore dell’esperienza acquisita. Per l’imprenditore, rappresenta un costo da pianificare, ma anche uno strumento per fidelizzare i dipendenti e ridurre il turnover.

Come funziona: esempi pratici

Facciamo un esempio: il CCNL Commercio prevede uno scatto ogni 3 anni di servizio, fino a un massimo di 10 scatti. L’importo di ciascuno scatto varia in base al livello di inquadramento. Se un dipendente assunto nel 2015 raggiunge il terzo scatto nel 2024, la sua retribuzione lorda mensile aumenterà dell’importo previsto dal contratto per il suo livello.

Differenze con altri istituti simili

Lo scatto di anzianità non va confuso con:

  • Superminimo: un aumento discrezionale, non automatico, spesso usato per premiare meriti particolari.
  • Premi di produzione: legati a risultati o obiettivi, non all’anzianità.
  • Indennità di funzione: riconosciuta per incarichi o responsabilità aggiuntive.

FAQ: domande frequenti degli imprenditori

Lo scatto di anzianità è obbligatorio?
Sì, se previsto dal CCNL applicato in azienda. Non può essere eliminato unilateralmente.
Gli scatti di anzianità valgono anche in caso di passaggio di livello?
Sì, ma l’importo può variare in base al nuovo livello.
Cosa succede se il lavoratore cambia azienda?
Gli scatti maturati si azzerano, salvo diverse previsioni contrattuali o accordi individuali.
Lo scatto di anzianità incide su TFR e tredicesima?
Sì, perché fa parte della retribuzione utile per il calcolo di questi istituti.

Storia e novità recenti

Lo scatto di anzianità nasce per tutelare i lavoratori più fedeli e anziani, ed è stato introdotto nei contratti collettivi già negli anni ’60. Negli ultimi anni, alcuni CCNL hanno rivisto la periodicità o l’importo degli scatti, ma il principio resta invariato: premiare la continuità. Alcuni contratti hanno introdotto sistemi misti, con una parte di retribuzione legata a merito e una all’anzianità.

Per verificare gli scatti previsti nel proprio settore, è sempre consigliabile consultare il testo aggiornato del CCNL di riferimento (INPS o Governo.it).

Conclusioni

Lo scatto di anzianità è uno strumento fondamentale nella gestione del personale: tutela il lavoratore, ma impone all’azienda una pianificazione attenta dei costi. Conoscere regole e implicazioni è essenziale per evitare errori e gestire al meglio le risorse umane.