Sicurezza sul lavoro: perché serve una campagna permanente

Sicurezza sul lavoro: perché serve una campagna permanente

La sicurezza sui luoghi di lavoro non è una formalità, né una voce da spuntare su una checklist. È una responsabilità che coinvolge tutti: imprenditori, lavoratori, istituzioni, famiglie. Il recente intervento del Presidente INPS, Gabriele Fava, durante il convegno “Il Decalogo sulla sicurezza sui luoghi di lavoro”, ha riportato l’attenzione su un tema che tocca da vicino ogni piccolo imprenditore: la sicurezza come investimento, non come costo.

Perché la sicurezza riguarda ogni imprenditore

Ogni incidente, ogni vita spezzata sul lavoro, è una sconfitta collettiva. Per chi guida una piccola azienda, la sicurezza non è solo un obbligo di legge: è la base su cui si costruisce fiducia con i dipendenti, con i clienti, con la comunità. Le nuove direttive, come la legge 21 del 2025 che introduce la sicurezza nei programmi di educazione civica, segnano un passo avanti. Ma, come sottolinea Fava, serve una campagna permanente che coinvolga scuole, famiglie, imprese e istituzioni. La sicurezza deve diventare parte della cultura quotidiana, non restare confinata ai convegni o alle circolari.

Un nuovo approccio: vigilanza di prossimità e alleanze

L’INPS sta cambiando strategia: più controlli, ma anche più ascolto e prevenzione. La vigilanza di prossimità significa essere presenti, affiancare chi lavora e chi crea lavoro, non solo sanzionare. Il Correttivo Ter rappresenta una svolta: lo Stato non si limita a recuperare crediti, ma interviene per salvare imprese sane in difficoltà, proteggere posti di lavoro e famiglie, garantire continuità produttiva. Questo nuovo modello di legalità punta a costruire futuro, non solo a punire il passato.

Risultati concreti e nuove sfide

Le azioni coordinate tra INPS, INL, INAIL e altre istituzioni stanno già producendo risultati: più controlli mirati nei settori a rischio, irregolarità individuate e corrette, diritti recuperati. Particolare attenzione è rivolta ai settori dove il rischio è più alto: agricoltura, cantieri, distacchi transnazionali, apprendistato e lavoro domestico. Anche il lavoro digitale entra nel mirino dei controlli, per garantire tutele e trasparenza a tutti.

Domande frequenti sulla sicurezza per i piccoli imprenditori

Quali sono gli obblighi minimi di sicurezza per una piccola impresa?
Ogni datore di lavoro deve valutare i rischi, formare i dipendenti, adottare misure di prevenzione e garantire ambienti sicuri. Gli adempimenti variano in base al settore e al numero di dipendenti.
La sicurezza è davvero un investimento?
Sì. Un ambiente sicuro riduce assenze, infortuni, cause legali e migliora la produttività. La sicurezza crea fiducia e stabilità nel tempo.
Come posso aggiornarmi sulle nuove normative?
Affidati a servizi di consulenza del lavoro aggiornati e segui i canali ufficiali delle istituzioni. Le novità principali vengono comunicate anche tramite circolari e campagne informative.
Cosa cambia con la vigilanza di prossimità?
Più dialogo con le istituzioni, controlli più mirati e meno formalità inutili. L’obiettivo è aiutare le imprese a mettersi in regola, non solo sanzionare.
Come posso contribuire alla cultura della sicurezza?
Promuovi la formazione continua, coinvolgi i dipendenti, adotta procedure chiare e partecipa alle iniziative promosse dalle istituzioni. Ogni gesto conta.

Conclusioni: sicurezza come valore condiviso

La sicurezza non è una questione di adempimenti, ma di rispetto per chi lavora e per chi crea lavoro. Per i piccoli imprenditori, investire in sicurezza significa proteggere il proprio futuro e quello dei propri collaboratori. La strada è quella di una grande alleanza culturale: serve il contributo di tutti, ogni giorno. Perché ogni vita salvata non è una notizia, ma il risultato di una scelta consapevole e coraggiosa.